Concorsi, i truffati dallo Stato
Titolo: L’esercito dei «cancellati». Hanno vinto il concorso ma non hanno il lavoro
Occhiello: Sono più di 70.000 tra province, regioni, enti di ricerca, enti pubblici non economici, comuni, ministeri e Asl. Uno stallo causato da un groviglio di norme contraddittorie: dal «decreto Brunetta» all’ultimo «mille proroghe».
Riassunto: Floriane Messana, laureata a Palermo in giurisprudenza con il massimo dei voti a 23 anni, si trovò di fronte a un muro invalicabile nonostante avesse vinto due concorsi nel 2007 e nel 2008, rispettivamente all'Inail e al Ministero dell'Interno. Nonostante il successo nei concorsi, Floriane non ottenne una posizione lavorativa immediata, riflettendo una problematica comune a molti in Italia, dove circa 70.000 persone si trovavano in una situazione simile a causa di regolamenti normativi e finanziari complessi.
Fino al 2008, il reclutamento nel settore pubblico era gestito tramite un fondo globale derivante dalle leggi finanziarie annuali, permettendo circa duemila assunzioni all'anno. Tuttavia, la legge finanziaria del 2007 e il decreto Brunetta del 2008 cambiarono le regole, introducendo un sistema di turn over che limitava fortemente le nuove assunzioni. La situazione si complicò ulteriormente con la legge del 2009, voluta dal ministro Tremonti, che subordinava le assunzioni al raggiungimento di obiettivi di riduzione della spesa pubblica. Questo portò a un blocco sostanziale delle assunzioni, nonostante la presenza di concorsi vinti e posti teoricamente disponibili.
Nel 2010, durante la campagna elettorale, fu introdotta una norma "mille proroghe" che offrì una temporanea finestra per le assunzioni fino al 30 giugno 2010, ma con restrizioni severe e ulteriori tagli richiesti. Questa finestra si chiuse rapidamente a causa della crisi economica e della manovra correttiva del governo, che bloccò gli stipendi e le assunzioni nel settore pubblico, rendendo ancora più difficile la situazione per i vincitori di concorsi come Floriane.
Nonostante la continua promessa di nuove assunzioni e la programmazione di ulteriori concorsi, il blocco effettivo e la mancanza di razionalizzazione delle spese continuarono a impedire il normale ingresso di nuovi lavoratori nel settore pubblico, prolungando indefinitamente l'attesa per molti.